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      Prego Iddio che li dia tranquillità nell'animo, poichè non può haverla compitamente nel corpo.
      Io li mandai quella mia operetta(159), non perchè ella si applicasse per intenderla, sapendo ciò essere molto malagevole allo stato suo, ma solamente per dargli quel contrasegno di osservanza e servitù ch'io li professo e professarò sempre. È robba più proportionata a questi benedetti calcolatori che al suo purgatissimo intelletto, avezzo ad altissime specolationi. E veramente ella ne ha dato tal saggio in tutte le sue opere, e massime in questa ultima, che spalancando le porte alla maraviglia di tutto il mondo, ha posto quei confini all'immenso oceano delle scienze naturali, oltre ai quali non sarà lecito senz'altro, per grande ingegno che sia, a trapassare. Poichè chi potrà mai con più sodezza discorrere del vacuo, dell'infinito, del continuo, della rarefattione e condensatione, della gravità, del moto, e di cento altre mille cose belle che sono nel suo libro, più di lei? Io li diedi una scorsa superficiale, poi mi sono riapplicato per vederlo tutto con attentione, e fra l'altre cose il pensiero della rarefattione e condensatione mi è parso bellissimo; come anco ho havuto estremo gusto nel sentire così chiaramente spiegata la ragione della consonanza e dissonanza nella musica, non havendo per anco potuto passare la prima Giornata; poichè mi nasce nuova occasione di disturbi dalla Religione, o, per dire meglio, da quel Padre Teatino(160) ch'ella sa, il quale, se bene assentato dal nostro convento di Roma, opera pure che la nostra Religione sia riformata(161) conforme alla sua educatione.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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