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      Mi raccomando alle sue orazioni, mi conservi la sua grazia e quella de' Sig.ri Magiotti, Borghi e Nardi, et il Signore la prosperi.
     
      D'Arcetri, li 19 Agosto 1639.
      Della P. V. Rev.maDev.mo et Ob.mo Ser.re
      G. G.
     
     
     
      3906.
     
      GIO. BATTISTA BALIANI a [GALILEO in Arcetri].
      Genova, 19 agosto 1639.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 155-156. - Autografe le lin. 64-65 [Edizione Nazionale].
     
      Molt'Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
     
     
      Io resto con grandissimo obligo a V. S., che mentre che ha così poca salute, e tanta occasione di impiegar bene il tempo in nuove speculationi, lo consumi in darmi così longa e compita sodisfattione a' miei dubii, come ha fatto con la gentilissima sua del primo(176), ricevuta, non so per colpa di cui, non prima di hoggi [vedi figura 3906.gif].
      Vedo ciò che mi dice del modo di assicurarsi che il grave discenda per cento braccia in cinque secondi, il che tutto camina benissimo. Io hebbi tal pensiero per altra strada, e stimai che a questo dovesse giovare il ritrovar un pendolo di tal longhezza che facesse le vibrationi precisamente in un minuto secondo; e perchè è cosa che richiede diligenza e patienza, pregai il Padre Nicolò Cabeo, che mi pareva atto a ciò et a molto maggior cosa, che volesse cercarlo, et esso mi scrisse da Ferrara di haverlo fatto, e me ne mandò la misura, che è come questa che è qui in margine(177): ove dice che il filo ha da esser longo quanto ED, e nel D sia il centro della palla grave da applicarvisi, dicendo che in un secondo ritorna la palla nel luogo di dove partì. Questo, come V. S. vede, serve per un horrologgio da misurar molte cose che richiedono tempo breve, e particolarmente servirebbe a questi (sic) di misurar la scesa del grave, ove fosse una torre altissima.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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