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      E l'haver trovato modo di misurare esattamente il diametro di una stella, oltrechè per sè stessa è operazione bellissima, tanto è più da stimarsi, quanto io trovo, gli astronomi che tali grandezze hanno voluto determinare si sono ingannati non dirò di 20 o 30, ma di venti o trenta mila, per cento.
      Quanto a quello che ella mi dice della opinione sua circa alla condensazione e rarefazione, cioè che ammette la penetrazione dei corpi l'uno con l'altro, già ho io scritto (come ella può vedere) che chiunque tale operazione volesse ammettere, io gli concedo quanto li piace, non havendo io hauto intenzione di scrivere quanto in tal proposito ho scritto se non in grazia di quelli che negano la penetrazione e gli spazii vacui potersi dare in natura.
      Quello che ella dice intorno alla proposizione prima del mio secondo Dialogo(195), se si dovea apprendere per principio o pure dimostrarlo, io l'ho passato come cosa per sè stessa assai chiara: perchè, che nel vette la forza alla resistenza risponda reciprocamente alle distanze dal punto del sostegno, sicome è stato dimostrato da altri nelle Mecaniche, dependentemente da quello che dimostra Archimede negli Equeponderanti, può prendersi come di già conclusione nota; e che poi, piegata ad angoli retti la minor distanza sopra la maggiore, trovi la forza il medesimo contrasto dalla resistenza, non mi pare che deva esser messo in dubbio, e tanto più che, se bene ho in memoria, credo che il Sig.r Guidobaldo(196) nelle sue Mecaniche ponga questa medesima conclusione e che la dichiari assai a bastanza.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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