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      Mi perdoni V. S. ch'io desidero il Galileo nel Galileo, il quale tanto sa della natura e dell'humanità. Franchi una volta l'animo, e s'assicuri essere arrivato al punto che li rispetti timidi non fanno più per essa, e tutto quello li occorresse prenderà le qualità sue d'essere glorioso, a creppacuore del diavolo e de' suoi maladetti satelliti.
      Ritornando al proposito, sento che non solo ritenga quel puoco di recognitione, ma che espressamente ne facia mentione, sì che passi alla sua posterità per testimonio d'honore. Ma quando trovi necessità di far altrimente, che non vorrei nè credo, io la servirò in tutto quello mi accennarà.
      È qui il Sig.r Dino, se non erro il nome(227), ma in casa dell'Ill.mo Ressidente, il che m'impedisse visitarlo. È conosciuto da' virtuosi per scolaro del S.r Galileo; basta così, perchè questo solo è più di quello si potesse dire in mille encomii. L'ho riverito così alla sfugita per strada.
      Se mi può V. S. favorire di qualche cosa intorno alla sua, la chiamarò magnum opus della longitudine, mi sarà un thesoro, ma senza suo scomodo. Le prego di tutto cuore augmento di sanità o di pacienza, e li fo humilissima reverenza.
     
      Ven.a, 17 Settembre 1639.
      Di V. S. molto Ill.re e R.ma (sic)
      Dev.mo Ser.
      F. F.
     
      Fuori, d'altra mano: Al molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, in
      Fiorenza.
     
     
     
      3922*.
     
      GALILEO a FORTUNIO LICETI in Bologna.
      Arcetri, 24 settembre 1639.
     
      Dalle pag. 137-138 dell'opera: De terra unico centro motus singularum caeli particularum disputationes FORTUNII LICETI ecc.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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