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      Non ho mai letto, nè anco nei più rigorosi trattati de' casi di conscienza, che fosse obligato alcuno a spesar una famiglia(243) in altro caso che havendogli ucciso ingiustamente il padre; ma il spesarla doppo che non è, mi pare l'enigma di Giob: Habitent in tabernaculo eius socii illius qui non est. L'eminenza della virtù di V. S. et l'incomparabile suo sapere ha cagionato che li fulmini della malignità, ingiustitia et invidia habbino havuta sempre la mira a ferirla; ma può ben assicurarsi che ogni tentativo riesce vano et gli arrecha splendore e gloria, nè le può far altro male che moverli l'indignatione che accada a lei quello che mai s'udì in altro. L'incomparabile cognitione che ha delle cose humane li deve servire di scudo a tutti li colpi.
      Il partito preso circa quel regalo non mi dispiace(244), perchè mi assicuro che l'evento non sarà altro che una risposta quale si deve aspettare da Principe grande, cioè che non dona per ritorre, et che quello è un minimo segno di gratitudine rispetto alla grandezza dell'inventione et dell'utile che da quella può prevenire. Io sto con tanto desiderio d'intendere sul particolare qualche cosa di questa grande impresa, che non vedo l'hora di ricevere sopra ciò il suo discorso. Il Sig.r Pieruzzi(245) mi disse, che altro non mancava a perfettionar l'opera se non trovar una machina che tenghi ferma la vista del canochiale ad un punto del cielo, non ostante il moto della nave. Se questo è, io ho per fatto dal canto di V. S. quanto fa bisogno; perchè quanto a quella machina non dubito che non siano per ritrovarla quegl'ingegni ollandesi, che in materia di machine vagliono sopra ogn'altra natione, esclusa l'italiana mentre vive il Gallileo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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