Pagina (203/850)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Toccante a quella dubbia luce ch'egli vuol metter a campo, che si scorge nella luna eclissata, un bell'umore gli dirà che la consideri bene, e poi consideri anche quella del globo della luna scema, e vedrà che, come dice Burchiello,
     
      Da le buffole a l'oche è gran divario.
     
      Non parlerò mica io di ciò ch'ei dice, che data la posizione di V. S., i raggi del sole ribattuti dalla terra nella mezzana regione dell'aria ne leverebbero la freddezza, assegno che più non vi si genererebbono acque, nevi e grandini; perchè non havendo mai veduto come questa roba si lavori, mi rimetterò facilmente a coloro a' quali il MAESTRO l'ha detto, e che sanno che nella mezzana regione vi è sempre quel freddo intenso. Ma intenderei ben volentieri ciò che rispondesse il Kepplero o il Mestlino, citato da lui alla facciata 14 del libretto intitolato Dissertatio cum Nuncio Sidereo, il quale scrive d'haver un giorno veduto nuvole e pioggia nella luna(395), che pure, al detto del S.r Liceti, riflette efficacemente il lume del sole.
      E perchè ciò che dice nel fine non mi par dissomigliante da quello c'habbiam già essaminato, non m'estenderò più in lungo. Ma non posso tacere che mi par vana la risposta data a quel falso quesito, onde avvenga che l'ombra del mezzodì sia minore che quella della mattina: parmi vana, dico, la risposta, perchè io non so discerner nell'aria del mezzodì vivezza di lume che faccia cotal effetto; e falso il quesito, perchè l'ombra mandata dal medesimo corpo nella medesima lontananza etc. io stimo che sia la stessa ad ogn'ora, così dettandomi la ragione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





Burchiello Kepplero Mestlino Dissertatio Nuncio Sidereo Liceti