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      Questo è quanto io, senza diffondermi come bisognerebbe, saprei rispondere al Sig.r Liceti in quel capitolo nel quale io credeva di trovar qualche dimostrazione che(396). . . .
     
     
     
      3984.
     
      GALILEO a DANIELE SPINOLA [in Genova].
      Arcetri, 19 marzo 1640.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P, VI, T. VI, car. 105. - Copia di mano di VINCENZIO GALILEI. Sul di fuori si legge, della mano giovanile di VINCENZIO VIVIANI: "Mia al Sig.r Daniele Spinola, in proposito del Sig.r Liceti".
     
      Ill.mo Sig.re e P.ron mio Colend.mo
     
      Io non negherò a V. S. Ill.ma che quanto ella mi scrive nella cortesissima sua lettera(397) mi sia stato di contento grande, per vedere la sua affettuosa inclinazione verso le cose mie, mentre che ella si riduce a sostenere l'opinion mia contro alle obiezzioni fattemi da persona anco della sua patria; ma più ancora mi sarebbe stato grato che tale occasione non se gli fosse presentata: e questo dico per l'amicizia di molti anni passata tra l'Ecc.mo Sig.r Fortunio Liceti e me, per la quale haverei stimato che egli non si fusse, senza niente participarmi del suo pensiero, indotto a darmene i primi motti con le stampe, offizio che forse non meno haveva riguardo alla sua che alla mia reputazione. E credami V. S. Ill.ma che il maggior disgusto che io sento in questa azzione, procede dalla siccità e debolezza delle sue opposizioni; che se in esse fusse pur qualche spirito e vivezza d'ingegno, con maggior leggiadria sarebbe comparso in campo, et a me haverebbe porta occasione di mostrare qualche poco di maestria nello schermo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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