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      Io in re dubia ho preso ressoluzione d'inviarle queste poche righe, con pregarla che voglia darmi qualche avviso di sè medesima, dalla quale sono stato tutto questo tempo ansioso d'intendere dello stato suo e de' suoi studii, li quali non voglio però credere ch'ella del tutto habbi abbandonato, ancorchè occupata in molte più alte contemplazioni.
      Io stava aspettando d'intendere le nove sue speculazioni intorno a diverse sue nuove meditazioni, conforme a che ella medesima me ne havea dato speranza, et in particolare della origine dei fonti e dei fiumi, come che in luoghi più eminenti si conservino come lagune atte a scaricare profluvii di acque non meno che nei laghi più bassi per le derivazioni di altri più minori fiumicelli. Quomodocumque hoc sit, per quel poco che mi avanza(422) ancora di facultà speculativa, io continuo di affermare di non ricevere gusto maggiore di quello che prendo dalle meditazioni della P. V. Rev.ma, come quelle che producendo frutti del suo ingegno, e non foglie indifferentemente raccolte da questa e da quella pianta sterile e non fruttifera, arreccano cibi molto grati. Se ella non si è del tutto distolta dalle nostre antiche contemplazioni, la prego farmi partecipe de' suoi filosofici pensieri. Io, fatto impotente per la grave età, e più dall'infortunio della mia cecità e del mancamento della memoria e delli altri sensi, vo trapassando(423) i miei sterili giorni, lunghissimi per il continuo ozio, e brevissimi per la relazione(424) ai mesi e agli anni decorsi; nè altro mi resta di consolazione che la memoria delle dolcezze delle amicizie passate, delle quali poche me ne restano, ancorchè una sopra tutte le altre gratissima mi rimanghi, quella della corrispondenza in amore della P. V. Rev.ma Alla quale con reverente affetto bacio(425) le mani, come anche ai soliti gratissimi miei Padroni, Sig.ri Magiotti e Nardi.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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