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      Ho letto la lettera diretta al Liceti, nella quale ella lo tocca come si merita; nondimeno credo che non restarà per questo di risponderle, poichè esso fa un libro in una settimana, e sin hora, per quanto mi disse, ne deve havere stampati da 37. Egli è ben vero che non hanno li suoi libri molto spaccio o credito appresso gl'intendenti; anzi le sue compositioni, come mi disse un valente Padre, lettore publico di metafisica in Padova, ivi sono chiamate barzellette.
      La nuova che mi dà del R.mo Padre Abbate D. Benedetto Castelli, che sia per venire a leggere a Pisa, mi è sopramodo cara; e s'egli venisse questa estate, mi spingeria forsi a risolvermi di venire al dispetto del mio male, mentre potrei incontrare così fortunato albergo appresso di lei. Non ho ancor visto il Padre metafisico(476); spero vederlo presto, e con mio gusto di intendere qualche buona nuova dell'essere suo. E con questo faccio fine, con baciarle affettuosamente le mani.
     
      Di Bologna, alli 5 Giugno 1640.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Ob.mo Ser.re e Dis.lo
      F. Bon.ra Cavalieri.
     
     
     
      4018*
     
      ANTONIO SANTINI a GIANNANTONIO ROCCA [in Reggio].
      Milano, 6 giugno 1640.
     
      Dalla pag. 169 dell'opera citata nell'informazione premessa al n.° 3053.
     
      .... La controversia che passa tra il Sig. Liceti e il Sig. Galileo è stampata dal Liceti nel libretto ch'esso intitola De lapide Bononiensi, al capo 50. Io desidero veder detto libro. Galileo le risponde in penna, non so che sia ancora stampato, e in forma di lettera diretta all'A. Sereniss. di Firenze.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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