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      Venezia, 6 ottobre 1640.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XII, car. 184. - Autografa.
     
      Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
     
      Io non mi conosco così bene in gambe, che mi possa assicurare di non havere a esser di quelli a' quali non habbia a toccare a sospirare, poichè la mia ignoranza mi può ridurre in questo termine; che seguirebbe quando io non intendessi le propositioni di V. S. Ecc.ma contro al filosofo Liceti, perchè del non capir le sua poco m'importa, essendo piene di falsità e forse nè anco intese da lui, dove le sua mi son parse e vere e chiare: sì che, non intendendo il vero, haverei qualche cagione, et anco non piccola, di sospirare. Pure fin hora io sono stato forse il primo a ridere; e perchè il simile possa fare ancor lei, gli racconterò quanto mi è succeduto.
      Andai domenica mattina a Padova, dove mi trattenni il lunedì fino a 17 hore. La prima occasione che ne hebbi fu l'incontrarmi nel Filosofo, perchè, non l'havendo mai più visto, all'habitudine del corpo e fisonomia mi parve giusto un cantambanco, ma di minor reputatione assai di Rosaccio; e per tale al certo l'haverei tenuto, se il Sig.r Pierucci, che era con me, non mi havesse assicurato essere il Sig.r Liceti. La seconda fu in una bottega di un libraro, mio amico, dove, essendo entrato ad aspettare il padrone per parlargli, trovai che insino i fattorini si ridevano di questo filosofo e della pazzia che haveva fatto in volere scrivere anco contro a V. S. Ecc.ma; ma quello che mi hebbe quasi a fare smascellar delle risa fu il padrone della bottega, quale mi disse come il Fllosofo andava continuamente attorno all'Argolo(634) per informarsi di quello haveva scritto Ticone et il Cheplero, per metterlo in questa sua lettera: sì che, come si ha da vestirsi con le penne del compagno e pigliare molte volte un cieco per guida, bisogna o rimaner ignudo o cascare ne'precipitii; oltre che sento dire che un tal Scipione Gramonte(635) gli habbia detto a posta alcune cose a rovescio, tanto si è reso questo gran Peripatetico ridicolo in quella città. Mi par mill'anni di veder queste sue cose su la simbella di V. S. Ecc.ma: alla quale bacio per fine con sincerissimo affetto le mani.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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