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      Or vegga V. S. che impresa intraprenderanno quelli che volessero costituirla nel centro di tal circulazioni: e questo che io dico di Marte, accade ancora di Giove e di Saturno, se bene non con tanta differenza. Un luogo che quasi per centro si potesse costituire a tutti i pianeti, trattone la luna, conviene più al sole che ad altri; ma non però che al centro di esso conspirin puntualmente i centri de i detti pianeti, anzi sono eglino hinc inde locati intorno al sole, ma con esorbitanza infinitamente minore di quella che essi hanno in rispetto alla terra. Però quanto a questo capo, Eccel.mo mio Signore, può, per mia oppinione, ritrarsi dal volere, o con testi o con autorità d'Aristotele, cercare di persuadere dottrina troppo manifestamente falsa: e per intendere e farsi possessore della scienza astronomica bisogna studiare altri che Aristotele, dalli scritti del quale non si comprende che egli ne possedesse niente più di quello che ne intenda ogni ben semplice huomo.
      Quanto alla controversia col Cavalier Chiaramonti, potrebbe facilmente V. S. restare informata del valore di tutta la sua dottrina, se vedesse quello che in esaminandola ho scritto nel mio Dialogo sfortunato, dove chiaramente gli mostro la sua impresa essere stata vanissima, mentre che ei si persuadeva, contro all'oppinione di molti astronomi moderni, di confermare la oppinione di Aristotele dell'esser le comete sublunari, dimostrandolo in virtù delle medesime osservazioni di tali astronomi, con le quali essi le(728) provavano esser celesti; dove io in generale dimostro, niente di vero nè di necessario potersi raccorre dalle medesime osservazioni di essi circa il luogo di simili fenomeni: la qual mia conclusione è tanto vera e manifesta, quanto che, non potendo un tal particolar fenomeno esser se non in un sol luogo et in una sola distanza dalla terra, con i calculi fabbricati sopra le dette loro osservazioni si raccoglie, ora il medesimo fenomeno esser distante dua semidiametri terrestri, ora 10, ora 30, ora 600, ora esser nella sfera stellata, e talhora ancora sopra.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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