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      La seconda, le molte belle cose ch'egli ha ritrovato con esso, e sopratutto che Giove sia centro a quattro pianeti non più veduti; cosa che mi porge tanta meraviglia, che havendo già finito il Polemidoro(913), che è poema poco minor di quel del'Ariosto, o più presto, per dir meglio, dugento stanze maggiore, e così havendo a qualche buon termine la America(914), che sarà d'una simile grandezza del'opra del Tasso, io mi son messo a comporre il terzo poema eroico sopra il ritrovamento dele nuove stelle e de i quattro nuovi pianeti. Nel terzo luogo è la considerazione che il Galilei habbia chiamate le quattro nuove stelle erranti Medicee, o vero Pianeti Cosmirai, che oltre ad ogni altra cosa mi porge diletto grandissimo; però io con ogni amore e con ogni diligenza seguiterò ancora questo nuovo poema de' nuovamente ritrovati Cosmirai, del quale sarà il principio con questa(915). Ma ricordisi V. A. Ser.ma di darmi altro soccorso di quello ch'ella mi dà, se la vuol ch'io viva e tiri inanzi le mie opere; e prego V. A. Ser.ma che quanto prima si parta di cotesti paesi, perchè l'aria non vi è più buona, e V. A. Ser.ma intorno a questo Maggio porta alcuno pericoletto. Ma io prego il grandissimo Dio che la conservi sana e felice lungamente, e di nuovo le fo reverenza e le bacio la veste.
     
      Di Firenze, li 6 di Aprile 1610.
      Di V. A. Ser.maUmilissimo Servitore
      Raffael Gualterotti.
     
      Fuori: Al Ser.mo Don Cosimo Medici,
      Gran Duca di Toscana, mio S.re
     
     
     
      328bis**.
     
      GIULIANO DE' MEDICI a BELISARIO VINTA [in Firenze].


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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