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      Pertanto l'Architetto, o chiunque intende di far murare, dee usare molto accorgimento nella scelta de' fabbricatori, nč mosso dalla volontą di spender poco, dee prestar fede a quelli, che s'offrono a tirare innanzi l'Opera con lieve spesa; poichč questi non osservano quella diligenza, che si conviene; ma riguardano soltanto a fare il lavoro con poca cura, e pił presto, che possono, per tirare il pagamento, e per potersi procacciare altro lavoro. Laonde le fabbriche fatte da tali Muratori in brev'ora scuoprono i difetti loro, calando, aprendosi, e rovinando. E questa č la ragione, per la quale gli antichi Romani avevano i Curatori delle fabbriche cosģ pubbliche, come private, i quali rivedevano, ed approvavano le fabbriche allegate ai fabbricatori dal Pretore, e le giudicavano come intendenti, o secondo veniva loro riferito dai Capimaestri dei Muratori, e dagli Architetti, o da altri Periti a darne giudizio loro. Onde il Budeo nelle Annotazioni alle Pandette nel Titolo Ad Legem Juliam repetundarum, nel paragrafo = Ne in accept. Jurat. dice in questa maniera. Probatum autem, & approbatum opus dicitur, quod magistri opificiorum evocati inspectum, retulerunt esse idoneum, & recte factum. Dipoi soggiunge un luogo di Cicerone nella VI. delle Verrine, e particolarmente lą, dove introduce uno de' tutori di Junio pupillo figliuolo di P. Junio. Egli dice del Tempio di Castore, essendo Consoli L. Silla e Q. Metello, Cajo Verre Pretore voleva, che il detto Pupillo fosse obbligato a far le colonne perpendicolari.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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