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      Quindi è, che non si può fare elezione di tempo preciso, in cui si possa condurre a perfezione ogni muramento. Onde malamente fanno quelli, che si sforzano di finire le fabbriche loro in breve tempo, avendo gusto di vederle finite, e di servirsene: ma tosto veggono con lor disgusto, che minacciano rovina. Imperciocchè a dir vero le fabbriche sono come le piante, che presto nascono, e che presto crescono, le quali hanno brevissima vita: così le fabbriche, le quali in corto spazio di tempo si finiscono, durano poco. Per la qual cosa nel fabbricare si dee fuggire la soverchia prestezza, ma si dee concedere qualche spazio di quiete ai fondamenti, e quindi alle parti alzate delle muraglie, acciocchè abbiano tempo di far maggior presa, ed assodarsi maggiormente, e perchè acquistino fermezza tale, da far resistenza al peso del rimanente di tutta la muraglia. Che non lasciandosi posare i fondamenti, è necessario, che aggravati dal peso calino, e tutto il muro si apra, si scomponga, e minacci rovina. Ed in questo modo accadono gli errori dalla parte del tempo particolare. Ma se ci voltiamo al tempo comune, cioè, alle quattro stagioni dell'anno, potremo dire, che si fa errore in eleggere il tempo per murare nell'Invernata, non solamente a motivo della brevità dei giorni, ma ancora per cagione delle nevi, delle molte piogge, e dei diacciati, che impediscono il fabbricare. Si fa altresì errore (benchè forse non tanto, nè sempre, nè ugualmente in ogni luogo) fabbricando nell'Estate per cagione della gran siccità, e del gran caldo: l'una, che soverchiamente rasciuga le muraglie avanti che facciano presa, l'altra perchè in tal tempo si suole aver penuria d'acqua, se peravventura nel luogo, ove si fabbrica, non è copia d'acque vive, o grandi conserve d'acque piovane, o non vi è vicino fiume, o lago, o comodità di condurvi l'acque da altre parti.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





Invernata Estate