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      Ma Asconio Pediano sopra questo luogo ci riferisce l'appresso erudizione: = Nullam columnam, quæ ad perpendiculum esse possit. Perpendiculum linea laterum æqualitatem probat (il che si vede nell'uso del piombino usata dai fabbricatori) a summo ad imum altitudinem probans; hoc enim in columnis omnibus, tunc maxime in structilibus vetus (manca) amotio, tumoris non aliunde provenit (vi manca) non autem in quibus (scilìcet columnis) aut media, aut ima crassiora sunt. = E ciò si dice con ragione: imperciocchè nelle colonne non struttili, cioè non fabbricate di struttura di pietre, o di mattoni, siccome sono i pilastri, non si suol fare ingrossamento alcuno nel primo terzo da basso, o nel mezzo; ma solamente nelle colonne d'un pezzo, o di più pezzi di pietra ottimamente posti in piano, e squisitamente congiunti, come sono le tre colonne del Foro Romano, detto Campo Vaccino. E veramente con ragione la Legge non tratta, che le colonne si formino, o si collochino a perpendicolo, trattando soltanto del numero, che si dee usare nelle fabbriche; ed altresì ancora dice, non esser bisogno far le colonne a perpendicolo, cioè, a piombo; imperciocchè si diminuiscono verso il sommo capo, e s'ingrossano verso l'imo, cioè nel primo terzo della loro altezza. Ma quando si legge sarta tecta nel numero del più, e nel numero del meno si direbbe sartum tectum, si dee intendere, essere una certa formula della Legge, la quale, per quel, ch'io credo, non era altro, che il dinotare il lavoro, la fabbrica, o l'armadura dei tetti, cioè il collegamento delle materie, e il coprimento di tegole, ec.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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