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      Sequitur autem in hac regia Urbe non posse aliquid ultra centum pedes prohibere maris aspectum terræ gratissimum, &c. Imperciocchè in Constantinopoli alcuni fabbricavano le case lontane dal vicino cento piedi, e più; ma per malignità alzavano un muro, ed impedivano la vista del mare, che è la più dilettevole, e la più grata cosa, che si possa vedere, quando però è quieto, e pacifico.
     
      SECONDA PARTE
     
      CAPO I.
     
      Degli errori, che occorrono nel fabbricare.
     
      Gli errori, che accadono nel fabbricare, sono di grandissima considerazione; poichè quantunque siasi eletto buon sito, buone materie, fabbricatori eccellenti, e buona stagione per fabbricare; nondimeno non basta a condurre a perfezione qualunque fabbrica, quando si commettono errori nel fabbricare: conciossiachè tutte le dette cose sieno ordinate all'operazione dell'edificare. E la fabbrica allora procede senza errori, quando vi assiste la diligenza dell'Architetto, che sia eccellentissimo, e accorto, e quando si sono eletti ministri molto pratichi, e dabbene, e intendentissimi d'ogni ragion di fabbrica, e capaci d'ogni avvertimento, e d'ogni regola d'Architettura, obbedienti, non ostinati, nè di propria opinione. Ma quando le fabbriche son prive di tale assistenza, ed eseguite da Artefici non pratichi, e poco intendenti dell'Arte loro, allora è necessario, che gli edifizj non si finiscano senza notabili errori. E la colpa di tutto ciò cade sopra gli Architetti; poichè è uficio di buono Architetto eleggere buoni Ministri, e continuamente assistere alle fabbriche.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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