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      E a imitazione di questo (imperciocchè anche le fabbriche son dette nascenti) per regola d'Architettura sempre le parti, che più s'accostano alla superficie del terreno, e al fondamento, tanto più debbono essere di maggior grossezza; ma però secondo la regola della proporzione; e quelle, che più si discostano, e ascendono, avvicinandosi alla cima, più si debbono diminuire, sì per cagione di non accrescere il peso, e di non posare i corpi superiori in falso, sì ancora per cagione della grazia dell'opera. Si avverta però la diminuzione, che si fa soltanto nelle grossezze; poichè nelle altezze, piuttosto si accresce proporzionevolmente la misura, per cagione della lontananza, come altrove si è accennato.
      Per la stessa ragione il secondo capo apparisce, quando i corpi rotondi si pongono sotto ai quadrati, come nei primi ordini di qualche ornamento, ponendosi le colonne tonde, e nei secondi le quadrate. Ma si potrebbe forse dire, ciò non essere errore; poichè i corpi tondi non avendo angolo alcuno, sono più forti, e più atti a resistere al peso, come si ritrae da Vitruvio, il quale in ciò preferisce le torri tonde delle mura delle Città alle poligone, cioè, di molti angoli. Ciò è vero in quanto alle torri; ma non si può adattare ai corpi, che ordinatamente si pongono l'un sopra l'altro, perchè non convengono nella medesima ragione; conciossiachè le torri sieno esposte a far testa alle offese, che vengono loro incontro; dove questi corpi si fanno resistenza fra loro, cioè, quelli, che sono sotto, resistono alla gravitazione di quelli, che stanno lor sopra.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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