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      Ma in Roma, quando si ritrovassero le cave antiche della creta, si potrebbe tornare a formare tutte le specie de' mattoni dimostrate da Vitruvio, e formarne altre nuove, infra le quali anche sarebbero quelle, che sarebbero buone per far palchi alla nostra usanza; e così tralascerebbero gl'intavolati. E quando pur ciò non si facesse, non v'essendo comodità di tali mattoni, non sarebbe forse disdicevole il condurne da luoghi più vicini, dove si facciano: e ciò, che si dice di Roma, si può intendere anche delle altre Città, dove si usa lo stile medesimo nel fabbricare i palchi. Ma dove si trova buona creta da fargli, è bene, che vi si fabbrichino le fornaci, per farvi ogni specie di mattoni, siccome si facevano anticamente in Roma, dove erano molte fornaci di mattoni d'ogni maniera, e a tutta perfezione, siccome ne fanno fede gli acquedotti, e gli altri edifizj antichi. E se piacesse, che, trovate le cave antiche della creta, di essa si facessero tutte le specie de' mattoni buoni per le muraglie, per le volte, e pe' palchi, si potrebbero prendere le misure di quelli delle fornaci di Siena, che prendono l'origine dal piede Romano antico, che è di lunghezza un mezzo braccio, e corrispondente al detto piede. I quali mattoni sono diversi di specie, secondo la diversità delle grandezze loro. Imperciocchè i mattoni, che si usano in Siena, sono di sette maniere: la prima, che è detta mattone in lunghezza, è mezzo braccio in larghezza, o (come dicono) nella testa è un quarto di braccio, e in grossezza un ottavo.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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