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      La seconda è la mezzana in lunghezza, e in larghezza uguale al mattone, ma in grossezza è la metà d'un ottavo, e però si appella mezzana. La terza ha la medesima lunghezza, e larghezza, ma è grossa la terza parte d'un ottavo, cioè, un'oncia di braccio (che il braccio nostro è compartito in 24. once), e si dice pianella. La quarta è lunga un mezzo braccio, larga un sesto, e grossa un ottavo, ed ha nome quadruccio, poichè la sua larghezza è una quarta parte di braccio, e comprende due ottavi. La quinta è lunga cinque ottavi, larga un quarto, grossa un ottavo; e però si dice mattone di cinque ottavi. La sesta è di lunghezza sette ottavi, cioè, un ottavo meno d'un braccio, di larghezza un quarto, e di grossezza, o d'altezza un ottavo; ed è detto mattone di sette ottavi. Per palchi si usano i mattoni di mezzo braccio, e di cinque ottavi. La settima sono i quadroni, che sono maggiori di tutti, secondo qualunque misura. Imperciocchè alcuni sono lunghi un braccio, larghi un mezzo, e grossi un ottavo, come son quei del pavimento di S. Francesco di Siena. Alcuni di lunghezza sono un mezzo braccio, di larghezza un terzo, e d'altezza un ottavo, come sono quei dello spazzo di S. Domenico. Ed oltre a questi, se ne fanno altri assai diversi, e di grandezza, e di forma, secondo che piace a chi fabbrica, per adoperargli nei pavimenti delle Chiese, senza che si formino i mattoni in varie maniere di membra di cornici, e d'architravi d'ogni Ordine. Della guisa medesima sono i lacunarj, o laquearj, cioè, soffitte, nelle quali non è cosa sicura l'usare i legnami senza errare, mentre in esse si fanno doppie travature, e si raddoppia il peso pel molto lavoro, che vi si richiede, non solo per la semplice copertura, ma ancora per l'ornamento.


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Trattato sopra gli errori degli architetti
di Teofilo Gallaccini
1767 pagine 124

   





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