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      Non era la prima scena di questo genere che accadeva al Gesuita - oggi più rare, ma che dovevano essere infinite al tempo della maggior potenza di questa peste del genere umano, quando giunto un frate alla porta d'una casa vi lasciava le pantofole, e con ciò faceva sacra la casa da lui frequentata, e poteva sedurre o violare a suo piacimento la moglie o la figlia del padron di casa, obbligato anch'esso di fermarsi sul limitare. Oppure quando invaghito d'una bellezza, fanciulla generalmente (perchè il chercuto di quei tempi voleva roba verde), egli la faceva consapevole delle sue voglie, e se resistivagli, l'accusava all'Inquisizione come eretica, ed era bruciata.
      Oh! io raccapriccio, e dico sovente tra me: Come! come si può lasciar passeggiare un prete, e vivere nel consorzio umano! - Eppure noi vediamo oggi ancora, il nostro popolo genuflesso a' piedi di quei cannibali, ed il più dispregevole de' governi, umiliato davanti al despota di Roma e pascerlo d'oro italiano, per comprare mercenari, birri e carnefici.
      Neppure questa scena d'infamia noi narreremo! La donna - certamente la più perfetta delle creature, - caduta nello stato d'abrutimento in cui si trovava la complice del Gesuita, è tuttociò che si possa incontrare di più degradato. Essa come il verme, si pasce nel letamajo della corruzione, vi tripudia e vi trionfa quando può accrescere d'una infelice il novero delle sue prostitute. Oh se vi fosse al mondo un governo che si occupasse di morale!... Ma che! I governi hanno altre cure, per la loro conservazione in un'esistenza da sibariti edificata sulle miserie dei popoli.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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