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      Come volete libertà, se una metà di voi vuol vivere alle spalle dell'altra? La metà gaudente impera con prepotenza sulla metà soffrente coi mezzi che per forza estrae da questa, poichè non esisterebbero tiranni e i loro satelliti, se il popolo non fornisse loro, soldati, birri e danaro.
      La legge! e non mi farebbe specie di udirla millantare e vociferare dai gaudenti, e dai loro giornali salariati, ma ciocchè duole è di udirla applaudire da certi organi della stampa periodica, che sembrano appartenere anche essi ai soffrenti.
      Ma le leggi non sono esse proposte dai rappresentanti del popolo e da essi promulgate? quindi esse sono, nell'interesse vostro, e dei tanti piagnoni eterni banditori di lagnanze infondate! Non festeggiate voi lo Statuto con cui vi beò quella buona pasta di monarca, che capitanò la rivoluzione del 21, e che vendè poi tutti coloro ch'egli stesso avea suscitato o con cui aveva tramato la libertà della patria?
      Non è lo Statuto la legge fondamentale dello Stato?
      Il suo primo articolo non vi fa tutti Cattolici Apostolici Romani cioè dipendenti da coloro che in Roma vi barattarono collo straniero settantasette volte?
      Non avete la legge sulla leva, non preti, leggi senza numero che vi mantengono quali vi vogliono i vostri padroni, cioè poveri e sottomessi?
      La legge dunque, gridate tutti! la legge!
      Una legge che pasce con un mucchio di milioni un individuo solo, di cui in fin de' conti è manifesto che si potrebbe far senza; nè basta: chè alla sua inutile conservazione si fanno servire l'esercito stanziale, e gli eserciti di birri, di prevosti, di spie, d'impiegati d'ogni specie.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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