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      Ma vergognato di cedere davanti a sì picciol numero di Volontari, il nemico, rimesso dal suo stupore, caricò la compagnia con forza decupla, l'avvolse, ed il prode Montaldi cadde, vendendo ben cara la vita. Egli cadde nelle braccia di Cantoni, che sdegnoso di tenersi al quartier generale, avea accompagnato Montaldi, quando questi riceveva l'ordine d'attaccare. Il valoroso Martino Franchi, che trovavasi in ajuto di Montaldi colla propria compagnia, sostenne l'urto del nemico sino a raccogliere le reliquie dei compagni sopraffatti da sì numeroso nemico. Molti caddero di quella intrepida compagnia, e Cantoni, dopo d'aver sorretto il suo comandante, fu rovesciato egli pure da una palla alla tempia. Le colonne bonapartesche che s'avanzavano su Roma, eran tutte guidate da preti, che marciavano come guide alla loro testa, col crocifisso alla mano. Uno di queste guide(71), alto e corpulento, che precedeva la colonna del centro, fu da Cicerovacchio additata al generale Avezzana, e questi, che in quel momento trovavasi in una batteria comandata dal tenente Bovi, esclamò: "Bovi! che bel colpo", e Bovi che amava i preti come il diavolo l'acqua benedetta, appuntando un suo cannone da 9 in bronzo, lo diresse con tanta destrezza, e con tanta esattezza riuscì la mira, che la palla portò prete, sottana e crocifisso, tutto in un mucchio tra le fila della testa di colonna, ove fece una vera strage, e per compiere il miracolo, il crocifisso conficossi nell'occhio destro del colonnello Devot, che avea perduto il sinistro all'assalto di Costantina.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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