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      La ferita del petto non mortale, era però molto grave, e Bassi, dopo d'averla lavata e medicata accuratamente, volse lo sguardo ad Ida con un sorriso rassicurante, ma nello stesso tempo con un dito sulla bocca accennava ad essa il silenzio.
      Il nemico era scomparso. Gl'Italiani vittoriosi tornavano colla fronte alta a riunirsi alle proprie bandiere.
      Com'eran belli quei giovani militi d'una causa santa! Sulla loro fronte altiera, era scolpita la preziosa soddisfazione di coscienza, che sola conosce il prode, adempiendo al più sacro dei doveri, insofferenza di vitupero nazionale, castigare la mano che vi offende, la lingua che v'insulta. Essi avean vendicato gli oltraggi di diciotto secoli!
      A voi, preti della menzogna, che predicate la mansuetudine e la pazienza, a voi che oltrepassaste la ferocia della jena, il sarcasmo terribile del cocodrillo, a voi si deve l'abbrutimento di questo popolo, cui insegnaste i baciamani, le genuflessioni, la tolleranza dell'insulto. Voi siete maledetti.
     
     
     
      CAPITOLO XXXIII.
     
      LA VITTORIA.
     
      ... Vittorioso!
      E catafratto un popoloDalla battaglia uscirne.
      (BERCHET.)
     
      È pur bello un giorno di vittoria! E più bello per lo schiavo che ha debellato i suoi tiranni!
      Che importan le zolle pregne di sangue, la terra seminata di cadaveri e di membra infrante, i lamenti del ferito ed il rantolo del morente... Che importano! Abbiam vinto! Domani le popolazioni festanti accoglieranno i vincitori con strepitose acclamazioni, con pioggie di fiori, e collo sventolare dei bianchi lini da mani, su cui si vorrebbe depor l'anima con mille baci.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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