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      Non così Costa, il mulatto, di carattere scherzevole, siccome col pericolo, scherzava anche con un nemico prima di spogliarlo.
      Un giorno, dopo il combattimento del Tassebi (America) si inseguiva il nemico fuggente. Un povero mulatto, ferito in una coscia e caduto trovasi disgraziatamente davanti al cavallo di Costa, che rabbioso d'esser giunto tardi sul campo di battaglia, voleva ad ogni costo mojar(78) la punta della lancia. Invano il caduto supplicava il feritore; Costa si ostinava sempre più a dar delle lanciate, ma non poteva mai raggiungere il corpo del nemico e la ragione n'era ovvia.
      Ajutante del comandante della Legione, Costa conduceva un cavallo di battaglia di ricambio, legato al proprio. Ora si figuri il lettore: se un cavaliere che spingendo la lancia indietro per aver più slancio a vibrar il colpo in avanti, colla parte posteriore della lancia incontra il muso d'un cavallo legato alla coda del proprio e più forte, ne risulta necessariamente che il più forte cavallo, per non essere ferito nel muso, s'innalbera e trascina indietro cavaliere e cavallo.
      La scena se non fosse stata tragica, era burlesca, ed il povero ferito dovette veramente la vita alla bravura del cavallo legato. Una voce autorevole giunse al Costa. Il mulatto ricordossi ch'egli apparteneva a gente che non colpiva i caduti, ed il ferito fu salvo. Comunquesia un pittore avrebbe trovato nella scena descritta da fare un quadro tragicomico non indifferente.
      Largo! largo! urlavano i due militi di colore alla moltitudine d'ogni età e d'ogni sesso, affollata sulla via che percorreva il convoglio delle barelle.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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