Pagina (142/195)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Chi fosse l'uomo di smisurata statura, molti de' nostri lettori lo avranno forse conosciuto. Esso altro non era che il signor B. Busso, onestissimo repubblicano, che da pochi giorni trovavasi in Roma per assistere al ridestarsi d'un gran popolo.
      Il signor B. da principio, non curava lo schiamazzo della plebe, e certamente non vi sognava d'esser lui l'oggetto dell'ira popolare, ma fattone accorto dalle busse del Gaudenzio e da altri che cominciavano ad avventarsi e seguire l'esempio del gesuita, oh allora egli cominciò a movere due braccia che sembravan due travi, e non potendo menar rovesci per la folla compatta, e per l'infinità degli assalitori, egli lasciò cader la destra sul capo del prete, che andò a dar del mento sulle proprie ginocchia. Prendendolo poi pel colletto, come se fosse stato un bambino, lo capovolse, lo afferrò per l'estremità delle gambe, e rotolandolo sulle teste degli avventati, fece in un momento de' suoi dintorni, un mucchio di giacenti accatastati gli uni sugli altri.
      Però cosa poteva un solo contro una moltitudine fanatica, e tanto più fiera ch'essa si trovava in fronte un solo competitore? Poi, secondo abitudine romana, alcune daghe cominciavano a luccicare nell'aria, e guai se queste pervenivano ad avvicinare il nostro conosciuto, fortissimo uomo, ma disarmato. Per fortuna del nostro B. e dell'onore Italiano, una voce autorevole e terribile fece ristare la moltitudine, e tutti gli sguardi(80) furono rivolti a quella parte. Il generale Avezzana, col suo stato maggiore, rientrava in Roma dopo di essersi coperto di gloria nella brillante pugna di quel giorno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





Busso Roma Gaudenzio Italiano Avezzana Roma