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      Una forte colona(118) di fanteria sortiva per la strada principale, preceduta da uno squadrone di cavalleria, e sui suoi fianchi, numerose linee di tiratori s'avanzavano per le vigne attaccando a fucilate i nostri fianchi. Lo sforzo principale del nemico era sul fianco del nostro corpo, situato in posizione che tutto dominava e che si poteva chiamare l'obbiettivo del campo di battaglia. E veramente, padrone di quelle alture, il nemico, colle preponderanti sue masse, ci avrebbe avviluppati e minacciati nella nostra ritirata. Ma in quel punto trovavasi l'intrepido colonnello Marrocchetti(119), comandante della Legione Italiana, e di tutta la vanguardia. Con lui stavano Masina e Daverio, che valevano un esercito.
      Il colonnello Marrocchetti dopo d'aver ordinato ai Legionari di coricarsi, e lasciar avanzare il nemico senza far un tiro, quando questo giunse a breve distanza, ordinò la carica, e come leoni sulla preda, si precipitarono i Repubblicani sui Borbonici, e si portarono a bajonettate sino dentro Velletri.
      Nel centro le cose andavano diversamente, la colonna di fanteria s'avanzava impavida per lo stradale. Lo squadrone di cavalleria in testa, incontrossi con pochi esploratori a cavallo dei nostri, si caricò, e dopo alcune sciabolate, i pochi voltaron faccia, e spinti dal nemico alle reni i loro cavalli novizi si abbandonarono a furia ad una fuga a carriera, senza più poterli frenare.
      Chi scrive trovavasi a cavallo col suo fedele Aguilan nella strada incassata tra le linee nostre di fanteria e la poca gente a cavallo.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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