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      La corsa dei Repubblicani sembrò ad esso poco dignitosa, ed egli assieme al suo valoroso assistente attraversarono i cavalli in corsa per fermare i fuggiaschi. Imprudenza che quasi gli costò la vita, e quella del suo compagno. Giacchè i cavalli infuriati che giungevano sul luogo a carriera, trovando gli ostacoli di cavalli attraversati, rovesciarono cavalli, cavalieri, e cadendo alcuni dei fuggenti stessi formarono un gruppo informe a catafascio, che naturalmente divenne facilissima preda al nemico.
      E veramente i Borbonici sopraggiunti inseguendo i fuggenti, cominciarono a menar sciabolate a gente incapace di difendersi, ed a gridare: "Arrendetevi!" I caduti eran tutta gente poco disposta alla resa, e sbarazzati dai cavalli, essi si atteggiarono a menar le mani. Ma cosa avrebbe potuto un numero sì sproporzionato? morire da forti. Così però non l'intendevano Cantoni ed Ida. Essi non perdevano di vista l'amato loro capo, ed accennando il pericolo, al bravo capitano Airoldi, in riserva con una compagnia di ragazzi(120) tutti si precitarono alla riscossa.
      Cantoni pel primo, saltando al dissopra dell'informe catasta, gettossi tra me ed un nemico che mi travagliava da vicino, e contro cui io difficilmente mi difendevo essendo rotto dalle contusioni, e mentre il Borbonico mi feriva, forse con un colpo sulla testa, la sciabola liberatrice lo colpiva e bestemmiando si ritirava col braccio penzolone.
      Ida armata della lancia d'un lanciere caduto, tempestava a fianco dell'amante. Io giammai avrei creduto la bellissima fanciulla capace di tanto eroismo; essa somigliava un demone colla faccia d'angelo.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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