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      Genova, 22 settembre 1855.
      Gentilissima Signora,
      Io fui assai onorato dal voler lei occuparsi della mia vita, e quando le inviai que' poveri manoscritti che ne trattano fu perché ne facesse ciò che li pare, certo di guadagnar sotto il suo patrocinio.
      Ritratti non ne ho presentemente, ma subito che me ne capiti alcuno mi farò un dovere di presentarglielo.
      Io nacqui il 4 luglio 1807 ed il nome del suo servo è
      Giuseppe Garibaldi.
     
     
      Caprera, 28 novembre 1857.
      Speranza mia,
      cosa vi dirò che valga tutta la gratitudine e l'affetto che meritate? Se in alcuna circostanza io ho ambito di essere qualche cosa, e di possedere pregi per metterli a' piedi d'una donna, è certamente in questa. Era naturale che io vi amassi pria di conoscervi. Voi avevate preso interesse al mio individuo, figuravate certamente nella mia immaginazione. Però la realtà m'ha beato e io mi sono sentito veramente felice, innalzato, d'aver potuto occupare un momento i pensieri di sì cara, sì gentile, sì generosa Signora. La promessa fattavi davanti la porta delle albergatrici è stata inconsiderata; alcunché, ch'io non posso confidare alla carta, ma che vi dirò quando io abbia il bene di avvicinarvi, può impedirmelo. In ogni modo, quando desiderate fare quel viaggio, scrivetemi e sarò certo dolentissimo se non potrò accompagnarvi. Nell'avvenire io sono fiero di appartenervi, ed illimitatamente; dunque io più felice sarò quanto più voi di me disporrete. Teresa è fortunata co' bellissimi vestiti. Ogni cosa fu ricevuta, ed in questa casa lo scontento è solo per non avervi accolta come meritate.


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Lettere a Speranza von Schwartz
di Giuseppe Garibaldi
pagine 112

   





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