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      Caprera, 13 febbraio 1858.
      Speranza mia,
      ho la vostra del 24 scorso; io risposi a tutte le lettere vostre. Mi duole assai non sentirvi ristabilita del ginocchio. Io bramo di vedervi, ma sana, non zoppicando. Vi avviserò dell'epoca del mio viaggio a Genova, e, se potrete, farete una gita a quella volta, ove concentreremo il nostro viaggio di primavera. Vi sono riconoscente tantissimo per le care parole vostre e vi rendo coll'anima tutto l'affetto che meritate. I miei figli e gli amici miei vi ricordano caramente. Siccome io dovrò navigare ancora, progetto di darvi l'incarico della mia figlia. Questo è egoismo, e mi direte francamente se non vi piace. Scrivetemi; io sono vostro sempre.
     
     
      Caprera, 19 aprile 1858.
      Speranza mia,
      ho la vostra del 26. Mi rincresce che non abbiate ricevuto la precedente mia. Io vi dicevo che non si doveva fare il viaggio progettato. Circa a Teresa vi avevo detto di incaricarvene provvisoriamente, mentre io avrei dovuto navigare. Ma siccome devo rimanere in Caprera, essa resterà qui. Restami di ringraziarvi tanto per le care esibizioni. Sono contentissimo che state bene, e spero che la vista dei vostri cari in Isvizzera vi farà felice.
      Non potrò andare a Genova per ora e vi prego di scrivermi, appena giunta in quella città. L'ultima mia lettera la diedi a Susini per impostarmela ed era diretta al capitano Dodero.
      Vi bacio la mano e sono sempre vostro.
     
     
      Caprera, 30 aprile, 1858.
      Speranza mia,
      pare, dalla vostra del 22, che abbiamo avuto da fare con la polizia pontificia e che le nostre lettere non solamente sono state lette, ma trattenute.


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Lettere a Speranza von Schwartz
di Giuseppe Garibaldi
pagine 112

   





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