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      Quando vidi che le rincresceva di rinunziare alla sua autorità sopra Anita, le feci anche la proposta di accompagnarmi in Isvizzera o a Torino, ove lei avrebbe potuto mettere a suo nome la figlia in un'ottima pensione, della quale non verrebbe presa senza il suo consenso, affermando che io non voleva far altro che pagare le spese. Basta, ho fatto di tutto per indurla ad accettare i mezzi di dare una buona educazione alla figlia, giacché non voleva consegnarla alla mia cura.
      L'Anita è la Vostra imagine: è così bella, intelligente, forte e ben dotata sotto ogni rapporto dalla natura, che è un peccato non metterla in istato di sviluppare in un modo degno dei così grandi vantaggi.
      Per ora ho esaurito tutto ciò che il vivo desiderio di farvi cosa gradita m'ispirò. Se Battistina capisse più tardi che si voleva farle un bene e non un torto, mi troverete sempre felice di secondare la vostra volontà in una cosa così degna di interesse.
      Parto venerdì 21 per Genova, Livorno e Roma, se vi trovo le porte aperte. Avete il mio indirizzo a Livorno, ove mi tratterrò qualche tempo, se mai vi potrei servire, e questo indirizzo è buono per sempre.
      Conoscendo il vero culto che vi porto, capirete quanto soffro di non esser riuscita in una missione per me così sacra. Speriamo che fra poco le circostanze mi siano più favorevoli e che mi sarà dato più di una volta di provarvi che sono veramente di tutto cuore la vostra più devota ammiratrice e affezionata amicaSperanza.
     
      Vi ringrazio tanto per la conoscenza del Signor Basso il quale è stato di grande compiacenza e bontà in quest'affare: merita davvero tutto il bene che ne avete detto.


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Lettere a Speranza von Schwartz
di Giuseppe Garibaldi
pagine 112

   





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