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      I Romani stessi sanno in che trappola venite, me l'hanno confessato e quando io domandai loro: «Perché non ne avvertite quel Santo Eroe che viene a spargere il suo sangue e quello di tanti bravi giovani sotto le vostre mura senza la minima probabilità di riuscire?», mi risposero: «Non vogliamo essere macchiati ed accusati di essere vili, non faremo niente, e se è pazzo che venga a farsi ammazzare». Così pensano e così parlano. Il prete col quale ebbi occasione di parlare non conosceva né me, né il mio modo di pensare, così si spiegò chiaramente, senza ritenutezza; mi venne il brivido della morte quando sentii i suoi infernali ragionamenti.
      Il capo di questo Governo ha ricevuto negli ultimi mesi da tutte le parti dei sussidii d'ogni genere, incredibili, solide batterie, munizioni di prima qualità. Dal nefasto giorno di Mentana non hanno fatto che radunare da tutti i paesi dei soldati, mercenarî sì, ma fanatici per l'orrenda causa che difendono, non hanno fatto che fortificare tutte le alture; l'Aventino, un monte così strategico, è trasformato in una vera fortezza, da dove 10 mila uomini possono difendere quel punto. L'ascensione non è permessa a nessuno. Anche l'entrata nella Villa Medici sul Pincio sarà rizzata di cannoni che si fanno entrare la notte. Conosco il vostro valore quanto quello che infondete ai vostri seguaci e so ch'è uno scherzo il parlarvi di forti, cannoni, barricate e chassepots; queste parole non farebbero che attizzare il vostro ardore. Ma che cosa volete opporre al tradimento che vi aspetta qui, vorrei dire nei cuori di tre quarti di questa popolazione?


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Lettere a Speranza von Schwartz
di Giuseppe Garibaldi
pagine 112

   





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