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      In Palermo, Maniscalco munito di pieni poteri, ed accrescendo di potenza in ragione inversa del credito de' suoi padroni - credito da tiranni, che sulla terra dei Vespri si scioglie tanto presto, quanto la neve al contatto della rovente lava de' suoi vulcani - un perverso come Maniscalco - su cui posava tutta la fiducia del Borbone in Sicilia - s'era certamente permesso ogni specie di dissolutezza, di delitti e crudeltà: la purezza delle vergini, la santità dei matrimonii, tutto andava in un fascio davanti alle libidini dello scellerato. La cuffia del silenzio, e quante torture avevano inventato i Torquemada, erano impiegate per strappare dagli sventurati prigionieri i segreti delle congiure dal dispotismo suscitate.
      Un giorno in via Maqueda, tutte le classi della splendida capitale della Sicilia tornavano dal passeggio della Favorita; - tutte le classi, sì, - perchè quantunque poco menomata in potenza la famiglia dei feudali, i popoli, sono fuori da quel servilismo, che nel Medio Evo, non permetteva ad un plebeo di passeggiare accanto ai favoriti dal privilegio.
      Nella folla accalcata in quella seconda strada di Palermo, pavoneggiavasi il sanguinario Ministro del Re di Napoli, con scorta numerosa de' suoi satelliti, armati fino ai denti. - Tali non compariscono in pubblico gli agenti dell'autorità, ove la libertà non è vana parola.
      Il policeman dell'Inghilterra, o degli Stati Uniti ispira fiducia all'onesto cittadino, e non timore come il sinistro cagnotto della tirannide - il bravo dei signorotti moderni.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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