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      E qui mi pongo ancora la mano sull'immane piaga! Un prete! e di più un gesuita - il sublimato del prete - mi si presenta, con mio ribrezzo in tutta la laidezza della sua natura per nausearmi - rabbrividirmi - e per nauseare coloro che avranno la sofferenza di leggermi!
      Il sole del 26 maggio nascondevasi dietro i pittoreschi monti che circondano la Conca d'oro a ponente, fosco, rossiccio, come se macchiato di sangue - e col crepuscolo d'un giorno infocato cominciavano a vedersi, nelle pubbliche passeggiate, alcune carrozze con dentro il bellissimo sesso della stupenda capitale. Non numeroso però, abbenchè le donne, colla loro educazione presente, non si curin quanto dovrebbero delle miserie ed umiliazioni della patria: v'era nell'atmosfera naturale e politica qualche cosa che inaridiva ogni voglia di divertimento.
      Era scirocco? Credo non fosse. Col scirocco, le popolazioni meridionali agiate chiudonsi soventi dentro casa - trovando insopportabile l'afa che si respira al di fuori. - Il bracciante la trova meno insopportabile della fame, e lavora anche spossato dal soffocante scirocco.
      Il sole del 26 maggio era al tramonto e tra le poche carrozze che circolavano sulla deliziosa sponda del Mediterraneo una se ne scorgeva che all'occhio indagatore presentava un aspetto diverso dalle altre.
      Perchè coperto quel veicolo? perchè vuoto? - poichè ben difficile scoprire in quel fondo oscuro un coso a sembianza umana, che dico? a sembianza d'un demonio!
      Quella carrozza coperta aggiravasi come le scoperte, occupata da gente più o meno oziosa e che in quella sera, più per consuetudine che per gusto, faceva il solito andirivieni.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





Conca Mediterraneo