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      Ed io sono certo che se la Francia e la Spagna, padrone di loro stesse, avessero, dopo la caduta d'Isabella e di Buonaparte, scelto un uomo solo con pieni poteri per governarle, esse non sarebbero cadute nello stato deplorabile in cui oggi si trovano. Lo rammenti la Democrazia europea; essa è sempre conculcata per non sapere combattere il dispotismo colle proprie sue armi, cioè la concentrazione del potere nelle mani d'un solo, sinchè (come in America ed in Isvizzera) la situazione non divenga normale da non più aver bisogno di poteri straordinari al governo concentrati nelle mani d'un solo.
     
     
     
      CAPITOLO XXXII.
     
      AGLI ARANCI.
     
      Non la siepe che l'orto v'impruna
      È il confin dell'Italia, o ringhiosi,
      Sono l'Alpi il suo lembo, e gli esosiSon le turbe che vengon di là.
      (BERCHET).
     
      Era verso la fine d'agosto, quando il Dittatore della Sicilia, radunate le vittoriose sue legioni nel Faro, disponevasi a passare sul continente italiano.
      Il numero di forze dell'esercito meridionale(39) poteva ascendere ad una decina di mila uomini, aumentando ogni giorno però per l'arrolamento di meridionali e per i contingenti venuti dalle altre provincie d'Italia, con buona mano di veterani di tante battaglie.
      Cotesto accrescimento di forze dei liberi dispiaceva certamente alla Corte Sarda, al Papato ed al padrone Buonaparte, e fra i mezzi impiegati per impedirlo, non mancarono ogni specie d'ostacoli all'imbarco dei volontari nel settentrione.
      Era naturale temessero l'invadente bufera nel mezzodì i monarchici ed i suoi satelliti.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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