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      Laverò quei vent'anni d'una vita di delitti e di vergogne in cui mi aggiogarono i malvagi sostenitori dell'altare e del trono, ossia della menzogna e della tirannide!
      «Ove trovasi Marzia?» chiese Lina non più decisa al silenzio, ma disposta ancora al risentimento dagli anteriori procedimenti di Talarico.
      «Marzia è in Roma a quest'ora» fu la risposta del Calabrese. «Il più agile dei piroscafi borbonici l'imbarcò la notte scorsa per tal destino.»
      Intanto la Sirena solcava l'onda cristallina dello stretto, ed un flebile raggio della luna spuntante dalla frondosa cervice dell'Aspromonte, illuminava l'orientale meraviglia di quelle sponde incantate. - Reggio, che sortendo dall'onde e frammischiando l'aroma delle sue foreste d'aranci a quello della sorella Messene, involve il navigante in un'ebbrezza di gaudio e d'ammirazione della natura tanto benevole e prodiga a quelle bellissime contrade, sì travagliate in compenso da pessimi governi!
      «Non temete voi d'incontrare gente dell'esercito meridionale in Reggio?» disse Lina a Talarico.
      Un momento di silenzio e di meditazione seguì le parole della fanciulla.
      «Io più nulla temo su questa terra!» rispose l'altero crollando il maestoso e terribile capo. «Nulla! nulla! E voi dunque non mi accettate come servo e come schiavo?»
      Vi era tanta eloquenza nelle rozze e superbe parole del brigante! Egli le avea pronunziate con tale accento di disperazione, che la bella figlia di Bergamo ne fu commossa, e quasi senza avvedersene abbandonò la mano a Talarico che la bagnò di baci e d'un torrente di lagrime di gratitudine.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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