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      Amore! quell'amore celeste che innalza la creatura al disopra delle sozzure umane, che la spinge all'eroismo, che la santifica! essa lo presentiva, ma il serpe che l'avea tentata, sedotta, trascinata nel fango, l'avea bensė ingolfata nella lussuria di godimento brutale, ma il chercuto non era stato capace d'infondere la celeste scintilla. E come l'avrebbe potuto un prete? Un prete, la di cui esistenza s'inizia colla menzogna, segue con essa irrevocabilmente e col delitto, e termina finalmente col sacrilegio!
      Povera giovine! inaridita nell'alba della sua vita ogni fonte della poesia, dell'ideale umano, l'essere avea perduto ogni dolcezza per lei, e le diventava ognor pių insopportabile! Di natura forte, capace di generosi propositi, ad essa veniva sovente la smania di togliersi la vita.
      Essa avea creduto di amare il Corvo da principio, quando ingannata, era stata involta nell'atroce setta, ove le furon strappati terribili giuramenti. - Ma progredendo nella vita, potendo per sč stessa apprezzare tutte le nefandezze loiolesche, e l'indole profondamente scellerata del suo seduttore, sparivano le illusioni usate per ammaliarla, e l'ardore con cui avea servito la nera falange, cambiossi a poco a poco in odio mortale.
      Un giorno degli ultimi d'agosto del 60 l'atmosfera insalubre di Roma s'era impregnata di sė letale umore da farti cercare un ricovero e fuggire da quella pestilenza. - Gli affaccendati correvan per le strade scappellati, fiatando davanti a loro come in cerca d'aria pių pura, e correvan sollecitando i proprii affari per presto giungere in casa e ripararsi dall'afa micidiale.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





Corvo Roma