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      Degli sfaccendati non ne scorgevi, essi eran nascosti nel più recondito dei loro palazzi, ordinando l'ermetica chiusura delle imposte e assaporando sorbetti ghiacciati, chè ogni altro appetito era scomparso.
      Eran le 4 pomeridiane, e dall'Apennino si scorgeva innalzarsi quel tetro, plumbeo, intenso nembo, precursore infallibile della tempesta. - E per minacciosa e terribile che fosse questa, essa era inferiore alla densa tempesta che travagliava l'anima della contessa. - Tutti avean chiuse le imposte, ed essa aprì quelle della sua stanza da letto, guardando a levante, cioè verso il nembo.
      Tutti fuggivano dall'imminente temporale che si faceva minacciosissimo, e dall'afa. A lei le strade deserte, i lampi che già cominciavano a solcare il firmamento, i tuoni che già rimbombavano, e lo stato orribile del suo cuore, mossero la voglia di uscire al passeggio.
      Da molto tempo sdegnando le femminili eleganze, essa raccolse in una reticella una bellissima chioma, si avvolse in un ampio sciallo, e accompagnata da una sola fantesca, s'incamminò quasi fuggendo la foga dei pensieri che la torturavano.
      Il palazzo della contessa Virginia N... era occupato da essa e dalla madre attempata e bachettona, con numerosa servitù, giacchè la nostra eroina non solo apparteneva a cospicua famiglia, ma ricchissima, uno dei motivi principali delle sollecitudini degli avoltoi del sanfedismo. - Codesto superbo edifizio, come lo sono generalmente i palazzi del patriziato romano, ergevasi sontuoso sulla piazza S. Grisogono in Trastevere (non so ove diavolo i chercuti abbiano dissotterrato questo santo: sarà senza dubbio qualche parente di quel Griso che arrestò D. Abbondio).


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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