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      Circa all'antichità poi dell'osteria della Bella Giovanna, si raccontava con orgoglio dagli odierni tenitori (discendenti dagli antichi), che la vigilia della famosa rivoluzione napoletana contro la dominazione spagnuola, il prode Masaniello colla sua schiera di coraggiosi pescatori Partenopei, avea mangiato le triglie fritte, e che fra tutti avean vuotato due grandi fusti di lacrimacristi, e due barili di Falerno. - Pare in quel tempo facessero miglior vita dei moderni, quei pescatori, giacchè oggi, essi pescano bensì le triglie, ma mangiano generalmente gattuzzi.
      Nel fondo della stanza-osteria, sedeva dietro un banco guernito d'ogni ben di Dio, alla distanza di circa tre metri dall'entrata, la dea titolare del tempio, giacchè questo dal di lei nome e da quello d'una sua nonna, nomavasi col modesto titolo di Osteria della Bella Giovanna, e dagli avanzi rispettati da trentacinque anni compiti, potevasi congetturare esser stata la Giovanna a vent'anni un boccone plebeo sì, ma sempre un bel boccone e da preti. Speriamo tale denominazione sarà presto posta tra le anticaglie dal buon senso de' miei concittadini: non più bocconi da prete. Essa però avea cominciato ad impinguare troppo, sia per la vita sedentaria, sia forse per soddisfazioni e contentezze d'una esistenza fuori dei trambusti e delle avventure.
      Giovanna era gentile con tutti, e dovea esserlo facendo l'ostessa; comunque, la sua riputazione di sobrietà e di pudicizia era incontestata. Il 7 settembre però, colla cacciata dei Borboni, avea cacciato pure la pace dall'anima della nostra ostessa, e l'entrata dei rompicolli avea marcato un'era nuova nei sentimenti sin ora invariabili della bella Giovanna.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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