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      Io telegrafai in quel momento a Napoli:
      «Vittoria su tutta la linea!»
     
     
     
      CAPITOLO LII.
     
      IL GESUITA.
     
      Quell'antipatica vostra figuraDesta, scusatemi, rabbia e paura.
      (Clara di Rosemberg).
     
      Quando io penso al potere dei preti, conservato malgrado ogni sorta di scelleraggine, appena credibile e che l'umana natura dovrebbe essere incapace anche d'ideare; - malgrado l'aver ridotto fino all'ultimo grado la più grande delle nazioni, d'averle inflitto ogni specie d'umiliante degradazione, averla venduta tante volte allo straniero e sopratutto d'averla educata ai baciamani, alle genuflessioni, alla paura, alla prostituzione e ad ogni specie d'oltraggioso abbrutimento, per cui una delle più belle razze, è per loro rachitica, curva, inferiore moralmente e materialmente a tutte quelle altre razze che le furono alunne! - Pensando al potere dei preti, dico: in questo secolo che si chiama civile, mi viene sovente il dubbio, che codesti cretini a cui appartengo per le forme, altro non sieno che una delle tante famiglie di scimmie da me vedute nel nuovo mondo.
      Un prete è un impostore! - Chi può provare il contrario? - E vi vuol poi tanta matematica per capirla? - Eppure la potenza di quell'essere malefico continua. Le plebi ne sono affascinate ed il dispotismo si serve di cotesto fascino per malmenare i popoli. E si grida da una parte, e si fa i sordi dall'altra, ed intanto va avanti questo bordello, chiamato costituzione di popolo libero, e questa povera Italia nostra che potrebbe essere comparativamente felice, è scelleratamente più martoriata delle altre nazioni.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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