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      Per combinazione - o con intento - due degli ufficiali del papa, prigionieri - galanti come lo sono generalmente quella classe di gente, che altro non hanno al mondo da fare, che mangiar bene, bever meglio, e passare il resto in seduzioni, anche fosse delle undici mila vergini, la di cui castità sarebbero obbligati di difendere a spada tratta - gli ufficiali del Papa, dico, Merode e Pantantrac, a cui era venuta l'acqua alla bocca, contemplando le bellissime giovani italiane, avean approfittato d'un momento di noncuranza della guardia loro - composta di bravi giovani romani - e s'erano avvicinati alle due donzelle, con aria graziosa e seducente.
      I due stranieri giungevano precisamente al momento in cui Lina aveva comprato tanto terreno quanto era lunga, e circostanza miracolosamente favorevole fu questa per loro, di cui vollero naturalmente approfittare, slanciandosi al rilievo di quel caro corpicino.
      Il fortunato dei due fu Pantantrac, che giunse primo ad afferrare, con ambe le mani, il cinto snello della vezzosa. Egli certamente adempiva a quell'atto di galante cortesia, con grazia - dote incontestabile della Nazione francese - ed un gentile ringraziamento della bella guerriera avrebbe, senza dubbio, messo fine all'incidente. Coś peṛ non l'intendeva Talarico, nella fiera, rozza, indomita sua natura.
      Assorbito non so da qual distrazione od affare, egli non trovavasi, come d'abitudine, vicino a Lina, al momento della caduta, e vi giunse dopo che la sua dea era in piedi, ma non ancor libera dalla stretta dell'ufficiale papalino.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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