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      «Quel signore si lamenta d'esser stato da me assalito a tradimento e per di dietro; e confesso il mio torto, egli ha ragione. Volete permettermi di combatterlo petto a petto, col mio pugnale soltanto, e lui armato di sciabola o spada, come meglio gli aggrada?»
      La proposta piacque poco a Nullo, su di cui la fedeltà ed il coraggio del bandito già avevano suscitato molta simpatia, e naturalmente contava su di lui, per la sua pratica, nell'arduo viaggio che si doveva proseguire per i monti.
      Ma Pantantrac continuando ad insultare e sfidare tutto il mondo, e Talarico persistendo a volerlo combattere singolarmente, Nullo finì per accondiscendere al loro desiderio, e di lasciarli battere.
      Qui, in onor dell'ufficiale legittimista, devo confessare ch'egli non voleva accettare la prevalenza della spada o sciabola sul pugnale, ma, sia che il Calabrese poco sapesse di scherma nelle armi suddette, o che avesse veramente un'illimitata fiducia nel suo ferro, egli non volle accettare altr'arma - almeno se così concedeva il suo avversario.
      Un pezzo di terreno piano fu scelto per arena; Muzio rimise la sciabola a Pantantrac, a cui l'aveva tolta nel perittero del convento; questi la salutò e la baciò come una vecchia amica - molto più preziosa, se, come le spade degli antichi cavalieri, essa avesse servito alla redenzione degli oppressi.
      Muzio e P... da una parte, come testimoni di Talarico; Merode ed il Maggior Ventre dei zuavi pontifichaux dall'altra, testimoni di Pantantrac, misurarono il terreno, e gli avversari vi presero posizione alla distanza di cinque metri.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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