Pagina (250/356)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      L'unico mezzo per portare i feriti era dunque quello delle barelle, costrutte come si poteva, e con grande spreco di gente per portarle - ciocchè menomava orribilmente il numero dei combattenti.
      Così si giunse sino alle porte d'Isernia, ove Nullo, credendo di trovare seria resistenza, aveva prese tutte le precauzioni per l'attacco che ad un capo come lui suggerivano la risoluzione e l'esperienza.
      Quale fu lo stupore dei nostri quando gli esploratori vennero indietro annunziando che la città era deserta di nemici e di popolazione! E veramente tutta la brigata entrò senza verun ostacolo.
      Se nei paesi ove si compiacciono di scialacquare gl'invasori - come l'Italia, per esempio, ed oggi un po' anche la Francia - si facessero ai nemici le accoglienze fatte da quei d'Isernia ai trecento, per ordine di monsignor Corvo, io sono sicuro che succederebbe come successe in Spagna ed in Russia agli eserciti del primo Bonaparte - lezione che ha fatto inviolabili i territorii di quegli Stati ove la nazione era veramente decisa di non piegare il collo.
      Ma che succedeva nei felici e ricchi paesi d'Italia e Francia? Giungeva il nemico - voi vedevate dal sindaco al sagrestano corrergli incontro con musi ridenti - non dico volti, poichè quelle mutrie non appartengono a razza umana - domandare di che abbisognava, ed a gara l'uno dell'altro, rompersi il collo per soddisfare ai bisogni - sollecitudini il più sovente pagate con bastonate o peggio.
      Giungevano i connazionali - fossero essi francs-tireurs o volontari - stanchi, decimati dalle palle nemiche o dalla fame.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





Isernia Nullo Italia Francia Isernia Corvo Spagna Russia Bonaparte Stati Italia Francia