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      Vorrei di più, che si castigasse rigorosamente chiunque ha potuto sfuggire il nemico e non l'ha fatto, sotto l'imputazione di spia, e chiunque ha provveduto, anche con un bicchier d'acqua, il soldato straniero.
      Poichè noi Italiani dobbiamo finalmente capirla, quegli invasori che i preti accolgono col crocifisso alla mano per ingannare il povero popolo, sono ladri, assassini spinti sotto falsi pretesti a derubarci del sudore delle nostre fronti ed a prostituire i domestici focolari - si chiamino essi francesi, austriaci, turchi od altro - e che dovere di tutti - giacchè si tratta della causa di tutti - si è di distruggerli con tutti i mezzi possibili. Operando in tal modo ed obbligando alle armi chi vuole e chi non vuole, cioè due milioni di militi (10 per 100 come in Svizzera), la nostra Italia è invincibile.
      Il loiolita, con tutta la malizia che gli conosciamo, aveva saputo adoperare tutti i mezzi e tutti gli stratagemmi di guerra in cui molti dei generali borbonici avrebbero desiderato di eguagliarlo. Egli disse tra sè: «Questi demonii di rompicolli, per argine che loro si opponga in Isernia, finiranno per superarlo: e questi cafoni, anche dopo d'aver distrutto la metà dei nemici, finiranno per darsela a gambe. - Quindi, meglio far un deserto della città, ove nulla potrà più trovarsi, e portare la guerra in una posizione vantaggiosa al di fuori, in cui, dopo fuggiti i miei codardi, almeno i nemici non troveranno altro che feriti e cadaveri».
      Con tale ragionamento diabolico, e dopo d'aver ordinato quanti ostacoli era possibile al progresso dei trecento, egli comandò la completa evacuazione della città in nome del re e della religione.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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