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      Rivolto a Lina - che, minacciando la tempesta, s'era avvicinata all'amato del suo cuore - egli le disse:
      «Torna dalle tue compagne e raccomanda i nostri poveri feriti; sopratutto che non li lascino indietro».
      La vezzosa, un po' stizzita d'essere rimandata indietro, compì esattamente la missione, ma fu presto di ritorno accanto al capo. E questi:
      «Ordina a tuo fratello di passare il ponte, di prendere a destra e proteggere il nostro fianco, mentre noi procederemo avanti».
      «Avanti!» esclamava il bellicoso concittadino di Nullo, cui il pericolo aumentava l'ardire. «Avanti!» ed ordinava di suonare la carica all'ordinanza sua, che a Tivoli s'era fornita d'una tromba dei zuavi pontifichaux, e nel gridare «avanti!» il nostro P..., colla sciabola alla mano, lanciossi sui cacciatori che sembravano voler difendere il ponte, ma che fuggirono all'avvicinarsi del nembo. Egli era sempre accompagnato nelle pericolose imprese d'avanguardia dal coraggioso Talarico che gli serviva da guida e da compagno.
      Nullo seguì subito il movimento dell'avanguardia colla centuria del centro. Egli marciava in colonna per sezioni a distanza intiera all'oggetto di fare una maggior comparsa di forze che non esistevano realmente. Ma quando il centro della sua colonna passava il ponte a passo celere, il nemico, per via d'un filo, fe' saltare la mina, e per fortuna l'esplosione ebbe luogo tra una sezione e l'altra.
      Comunque, vi furono varii morti, feriti precipitati nel fiume e, peggio ancora, il convoglio dei feriti e la retroguardia divisi dai loro compagni.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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