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      Che il morale dell'individuo sia modificato dalla buona o cattiva fortuna, dall'abbondanza o scarsità dei cibi, e dalla loro qualità, più o meno buona, è cosa provata.
      Il soldato inglese, per esempio, ch'io credo uno dei migliori del mondo, ha la fortuna d'appartenere ad una nazione ricca, potentissima, e le di cui tradizioni guerriere non sono certamente seconde a nessuna: quindi benissimo pagato, equipaggiato, nutrito, e con un morale da affrontare il diavolo.
      Se i Monsignori di Roma, invece di copiose prebende, che godono nell'ozio, e che gonfiano le loro potenze sensuali, fossero obbligati a piegar la schiena sotto il piccone o la marra, molto più sobri certamente essi sarebbero, e più temperanti.
      Obbligati alla vita reale, guadagnando il pane col sudore della fronte, essi non si occuperebbero di imposture, di corruzioni, e l'umanità, invece di esser divisa tra gaudenti fannulloni, e sofferenti lavoratori, vedrebbe i suoi figli marciare fraternamente al progresso. - Il prete è un uomo come gli altri, lo capisco anch'io, ed in lui non è l'uomo che osteggio, ma il carattere bugiardo e nocivo.
      Oggi, poi, la colpa del malore-prete ricade intieramente sulle monarchie, che potrebbero sanarne la società, e non lo fanno, perchè sono perverse, perchè vogliono servirsi dell'agente prete per corrompere i popoli, ch'essi desiderano mantenere nell'ignoranza e nel servaggio.
      La trasformazione del gesuita, che noi vedemmo principiata da varii giorni, erasi ingigantita, e le due donne infelici, di cui egli era stato il corruttore ed il carnefice, erano divenute oggi indispensabili alla sua esistenza, ed egli avrebbe dato mille volte la vita per farsi perdonare la sua malvagia condotta, e reintegrarsi in quell'affetto che, per loro sventura, egli aveva posseduto pur troppo.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





Monsignori Roma