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      Figuratevi qual era l'inferno che travagliava quell'uomo passionato! al male, sì! ma passionato quanto può esserlo l'individuo che, tiranno della propria natura, passa tutta la vita nel frenarla o prostituirla, rovesciandone e calpestandone le leggi più sacre, colla più disonesta, schifosa ipocrisia!
      Quell'uomo! lì! vicino ad esse, ch'egli aveva oltraggiate, tuffate nel vituperio, ed assassinate poi! Esse! creature sì squisite, sì gentili, atte, sotto gli aspetti materiali e morali, a formare la felicità della famiglia!..... se possibile fosse la felicità sulla terra!..... e se possibile fosse la famiglia umana senza impostori!
      Ora, che il suo cuore di prete era vicino a cambiarsi in quello d'un uomo, cioè a farsi capace di sentire l'amore celeste, egli sentiva ingigantirsi quell'amore, da padroneggiarlo intieramente. Ora, rialzato dall'abbietta sua condizione di corruttore, alla sublimità dell'uomo che ama con tutta la sua potenza, ora..... quelle impareggiabili creature, morranno!..... - perchè tale era il suo presentimento - morranno! e malediranno il fattore delle loro sventure, senza nemmeno l'ombra della possibilità d'un perdono!
      Così poco propenso come mi sento a compassionare qualunque di cotesti nemici del genere umano, compatisco l'inenarrabile affanno di questo sciagurato!
      Lui vicino ad esse, deforme! non riconoscibile! e sì schifoso! sì detestabile! Lo stato suo era quello d'un demente, e d'un demente all'ultimo stadio della frenesia. Ciò spiega i varii tentativi da lui fatti per introdursi nella stanza che racchiudeva ciò che per lui, oggi, era tutto nel mondo - quel tutto in possesso di altri, e, presto, della morte!


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356