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      «Dopo rapita all'amor mio da quell'infame - che la madre vostra chiamò scellerato or ora, e ch'io riconobbi pure, malgrado l'orribile sua metamorfosi - io seppi del vostro ritiro in un convento, e poi più nulla, sino alla vostra comparsa in Roma, per quella ridicola ed abbominevole conversione con cui i chercuti vollero ingannare il mondo, per sostenere la crollante loro baracca.
      «Per me, l'esistenza ha cessato d'arridermi; e se un filo mi vi tiene ancora, siete voi quello, mia amatissima figlia».
      I singhiozzi interruppero nuovamente il veglio, per cui cessò la sua narrazione, e P..., vedendo la fanciulla fortemente commossa e spossata, lo prese per un braccio e lo allontanò colla sedia un po' distante dal letto.
      Un silenzio tetro succedette alle scene violente(67), già descritte, e al racconto del canuto, Marzia aveva ritrovato il padre, per saper ch'egli era uno scellerato! E la madre!..... per vederla morire! Povera Marzia! v'eran ben motivi d'essere addolorata, e di peggiorare lo stato già ben grave della sua ferita! Gli astanti, nelle loro meste meditazioni, erano silenziosi, e sul loro volto stava dipinto il profondo rammarico che loro cagionava l'interessante e bellissima infelice. Lina piangeva dirottamente, e cercava di nasconder le sue lagrime, immergendo il volto nel seno dell'amica.
      P... stesso, assuefatto a vedere mucchi di cadaveri e di feriti, non aveva potuto trattenere il pianto, a tanta sventura d'una fanciulla ch'egli idolatrava.
     
     
     
      CAPITOLO LXI.
     
      LA MORENTE.
     
      E se, dicea,


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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