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      A te fur care le mie chiome, e il viso,
      E le dolci vigilie, e non consentePremio miglior la volontà dei fati,
      La morta amica almen guarda dal cielo,
      Onde d'Elettra tua resti la fama.
      Così orando morìa.
      (FOSCOLO).
     
      I circostanti si facevano illusione sulla vita di Marzia, e tutti contavano sulla giovinezza e sul coraggio di lei. - Meno la giacente. - Essa, sentiva vicina la mano della morte, e non s'illudeva. Lo sforzo fatto per abbracciare la genitrice morente aveva, senza dubbio, precipitata la crisi, e la ferita, penetrante vicino alla clavicola, manifestava nell'interno un'emorragia lenta, ma che pur troppo, doveva finire, in termine più o men lungo di ore, per troncare l'esistenza della valorosa eroina dei Mille.
      Lina, ed il fratello P... non abbandonarono un solo istante il capezzale della morente, e, tanto l'una, quanto l'altro avrebbero dato la vita, per salvare quella dell'amata donzella.
      «Lina» disse Marzia, «la porterai in memoria mia, questa collana, dono di mia madre!» ed una lagrima solcò la guancia della sofferente, che per un pezzo, non potè articolare altra parola. «La porterai dovunque, non è vero? e sempre, anche sui campi di battaglia, ove ti toccherà ancora di pugnare per questa Italia infelice, ed ove, certo, ti ricorderai della tua compagna di Calatafimi, - di colei che tanto andava superba di averti più che sorella! Sì, sui campi di battaglia, ove certamente, io starò vicino a te, coll'anima, ma ove, il clangore delle trombe guerriere non spingerà più nella mischia queste membra ridonate alla polve!


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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