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      - Guardate come sto bene ora e come son bella! Guardate i miei colori; non ne ho ancora tanti come mio zio; questo non succederà per altro, speriamolo. Eppure ecco del rosa, del vero color di rosa, disse Alicia facendo scorrere sulla gota il suo dito affilato che terminava con un'unghia lucente come l'agata: e mi son anche ingrassata e non si sentono più quelle povere fossettine che mi davano tanto fastidio allorchè io andava al ballo. Dite un po', bisogna esser molto civette per privarsi durante sei mesi della compagnia del proprio fidanzato, affinchè dopo l'assenza vi ritrovi fresca e superba!
      E spacciando questa tirata col tono giojoso che le era familiare, Alicia stava ritta innanzi a Paolo come per provocarlo e sfidarne l'esame.
      - Non è vero, aggiunse il commodoro, ch'ella è ora robusta e superba come queste ragazze di Procida che portano le anfore greche sul capo?
      - Certissimamente, commodoro, rispose Paolo; miss Alicia non è divenuta più bella (ciò era impossibile), ma essa a vista d'occhio è in miglior salute di quando, per civetteria, a quel che dice, essa mi ha imposto questa penosa separazione.
      E il suo sguardo si fermava con una fissità strana sulla giovane ritta innanzi a lui.
      Di subito i gentili colori rosei; ch'ella vantavasi d'aver acquistato, disparvero dalle gote d'Alicia; come il rosso della sera abbandona i picchi di neve della montagna allorchè il sole scende all'orizzonte; tremante, essa si portò la mano al cuore ; la sua bocca gentile e impallidita si contrasse.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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