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      Passano così presto i giorni felici!
      Di settimana in settimana Paolo rimandava la sua partenza e le belle masse verdi del parco cominciavano a rivestirsi di tinte giallastre: fumi bianchi s'alzavano la mattina dallo stagno. Nonostante il rastrello sempre in moto del giardiniere, le foglie morte coprivano la sabbia del viale, milioni di perle ghiacciate scintillavano sul prato verde e la sera si vedevano le gazze saltellare querelandosi attraverso i rami degli alberi denudati.
      Alicia impallidiva sotto lo sguardo inquieto di Paolo e non conservava altro di colorito che due piccole macchie rosate alla sommità degli zigomi. Spesso ella aveva freddo ed il fuoco più vivo non la riscaldava. Il dottore parve inquieto e la sua ultima ordinazione prescriveva a miss Ward di passar l'inverno a Pisa e la primavera a Napoli.
      Certi affari di famiglia avevano richiamato Paolo in Francia; Alicia e il commodoro dovevano partir per l'Italia e la separazione era successa a Folkestone.
      Nessuna parola era stata detta, ma miss Ward considerava Paolo come suo fidanzato e il commodoro aveva stretta la mano al giovane in modo significativo: non si massacrano in quel modo che le dita d'un genero.
      Paolo, sei mesi dopo, lunghi quanto sei secoli per la sua impazienza, aveva avuto la felicità di trovar Alicia guarita del suo languore e risplendente di salute.
      Ciò che di fanciullesco restava ancora nella giovane, era scomparso; ed egli pensava con ebbrezza che il commodoro non avrebbe nulla da opporre, allorchè gli domanderebbe la mano di sposa di sua nipote.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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